Canali Minisiti ECM

Ischemia cerebrale: da un anti-asma nuove prospettive di cura

Farmaci Redazione DottNet | 21/03/2019 16:36

Il trattamento con Montelukast stimola il ripristino della connettività cerebrale promuovendo la maturazione di un tipo di cellule simil-staminali ancora presenti nel cervello adulto

Il 'riposizionamento' di farmaci già in commercio o 'drug repurposing' sta emergendo come una nuova strategia che offre la possibilità di identificare una nuova indicazione che va oltre quella per cui il medicinale era stato originariamente sviluppato e utilizzato. La rivista 'Pharmacological Research' pubblica uno studio in cui un team di ricerca internazionale ha individuato la possibilità di riposizionamento di Montelukast per il trattamento dell' ischemia cerebrale, una patologia ancora orfana di una cura adeguata. Montelukast fa parte di una classe di farmaci antiasmatici ampiamente utilizzati in clinica, gli antagonisti del recettore di tipo 1 per i cisteinil-leucotrieni, che sono degli importanti mediatori chimici coinvolti nel processo infiammatorio e nell' immunità.

Lo studio è stato finanziato dal bando Era-net Neuron e coordinato da Elena Tremoli, docente dell' Università degli Studi di Milano e direttore scientifico del centro cardiologico Monzino Irccs, e da Maria Pia Abbracchio del dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari. Non è la prima volta che il nome Montelukast viene affiancato alla possibilità di un trattamento per patologie cerebrovascolari. Una precedente pubblicazione, che ha anche in quel caso coinvolto il Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari, aveva mostrato come Montelukast fosse in grado ripristinare la neurogenesi ippocampale, invertendo l' invecchiamento cerebrale e la perdita delle funzioni cognitive in un modello in vivo.

pubblicità

 Lo studio appena pubblicato dimostra invece, per la prima volta, come il trattamento con Montelukast stimoli il ripristino della connettività cerebrale promuovendo la maturazione di un tipo di cellule simil-staminali ancora presenti nel cervello adulto (i precursori oligodendrocitari) in cellule mature produttrici di mielina, la sostanza isolante che, avvolgendo i prolungamenti nervosi, permette la trasmissione di messaggi fra una cellula e l' altra. Oltre a 'contenere' l' evoluzione del danno nelle fasi immediatamente successive all' insulto ischemico, Montelukast è infatti in grado, nella fase cronica di rimodellamento tissutale post-ischemico, di attivare il processo di riparazione delle fibre nervose danneggiate dall' evento ischemico. Queste evidenze sono state ottenute avvalendosi di tecniche sofisticate come l' elettrofisiologia in vivo e la trattografia, che permette di 'visualizzare' il tracciato delle fibre nervose e ha consentito ai ricercatori di stabilire come nei topi con ischemia cerebrale trattati con Montelukast ci fosse un migliore recupero nella trasmissione spontanea e indotta dell' impulso nervoso ed un aumento del numero delle fibre nervose nelle aree limitrofe al danno ischemico.

Gli autori dello studio, pur sottolineando la rilevanza dei risultati ottenuti, evidenziano comunque la necessità di ulteriori analisi circa i meccanismi molecolari che regolano il reclutamento e differenziamento degli oligodendrociti alla base dell' effetto protettivo mediato da montelukast durante le fasi di rimodellamento cerebrale post ischemico. La strada intrapresa per un' applicazione in clinica su pazienti con ictus è ancora lunga, ma, considerando che Montelukast è un farmaco già presente in commercio e caratterizzato da ottima tollerabilità, le premesse sono estremamente promettenti.

fonte: Pharmacological Research

Commenti

I Correlati

“La lotta al fenomeno delle carenze passa anche attraverso il riconoscimento delle necessità di rendere economicamente sostenibili molti farmaci essenziali. Siamo al lavoro su questo aspetto”

La riduzione del rischio di MACE è stata raggiunta indipendentemente dal livello di peso basale, dall'indice di massa corporea (BMI), dalla circonferenza vita e dal rapporto vita/altezza

Allo studio nuovi sistemi di nanoparticelle per contrastare lo sviluppo di biofilm microbici responsabili di gravi infezioni

Prima tranche per la riforma che riguarda milioni di malati

Ti potrebbero interessare

La riduzione del rischio di MACE è stata raggiunta indipendentemente dal livello di peso basale, dall'indice di massa corporea (BMI), dalla circonferenza vita e dal rapporto vita/altezza

Allo studio nuovi sistemi di nanoparticelle per contrastare lo sviluppo di biofilm microbici responsabili di gravi infezioni

Prima tranche per la riforma che riguarda milioni di malati

Il trattamento con ofatumumab fino a sei anni continua a essere ben tollerato con risultati di sicurezza coerenti, a sostegno del profilo beneficio-rischio favorevole di ofatumumab nella SMR

Ultime News

Pubblicate sull’European Journal of Cancer le raccomandazioni stilate da esperti provenienti da 5 continenti e da società scientifiche internazionali

Radiologi e clinici del Policlinico Gemelli hanno ideato un metodo per 'taggare' con una piccola spirale metallica (microcoil) queste lesioni

Di natura infiammatoria cronica e progressiva, è provocata da un “corto circuito” del sistema immunitario. Interessa l’esofago causandone il restringimento. La sua principale conseguenza è che diventa difficile, a volte impossibile, la deglutizione

Fino al 19 maggio AIC promuove la Settimana Nazionale della Celiachia per informare, sensibilizzare e offrire sostegno ai malati e ai loro familiari